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Trasferirisi all'estero - Guida

Stefano Lia

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Sep 24, 2022

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9 min read

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  • Stai pensando di trasferirti all’estero? O ti sei appena trasferito e ti stai domandando quali passaggi burocratici o difficoltà potrebbero esserci? Questa guida potrebbe esserti utile…

    Ciao! Da quando mi sono trasferito in Repubblica Ceca, mi è stato chiesto spesso come sia stato questo passaggio. In effetti, poco prima di partire non avevo un’idea precisa di cosa voleva dire effettivamente trasferirsi in un altro Paese, e mi sono reso conto che molte persone si trovano nella mia situazione. Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo in cui spiego, in 4 punti, i passaggi burocratici da svolgere per trasferirsi all’estero e le difficoltà che ho dovuto affrontare.

    Trasferimento a lungo termine

    Innanzitutto, è meglio sapere che trasferirsi all’estero è un’esperienza diversa dall’erasmus. Quest’ultima infatti è un’esperienza definita, generalmente di 6-7 mesi, in un Paese diverso da quello d’origine in cui spesso si parte con l’idea conscia di ritornare nel proprio Paese. D’altraparte quando ci si trasferisce all’estero questa idea non la si ha, ed è spesso considerata un’esperienza “a lungo termine”, ovvero maggiore di 12 mesi. E qua le cose iniziano a cambiare:

    Non avendo una vera scadenza (se non quella decisa da noi stessi) è complesso pensare a quando e se ritornare nel proprio Paese di origine. Senza contare che ci sono anche diverse difficoltà burocratiche nell’effettuare questo passaggio, come le difficoltà nel cambiare la propria residenza di cui parleremo più avanti.

    Inoltre, la sensazione di trasferirsi in un altro Paese “a lungo termine” è sicuramente più spaventosa e più difficile rispetto al semplice “andare in erasmus”. Un nuovo Paese significa una nuova cultura, una nuova burocrazia e uno stile di vita diverso. Ogni nazione ha le sue complessità a cui bisognerà - alla lunga - adattarsi, e l’adattamento deve essere pensato a lungo termine.

    Residenza fiscale

    Questo punto è molto importante. Quando ci si trasferisce per lavorare all’estero, la domanda che sorge spontanea è: “dove devo pagare le tasse?” Come forse già sai, quando lavori come dipendente è il tuo datore di lavoro a versare i contributi per te, e molto probabilmente, se lavorerai come dipendente, anche nel tuo Paese destinazione sarà così.

    “Ma quindi dove devo fare la dichiarazione dei redditi?” In Europa, una linea generale da seguire su dove effettuare la dichiarazione dei redditi è dove avrai vissuto di almeno 183 giorni in un determinato anno.

    Ma prima di andare oltre, partiamo con un po' di definizioni.

    La residenza fiscale è diversa dal concetto di residenza o di domicilio:

    • La residenza è il luogo dove la persone ha la sua dimora abituale. Per intenderci è il luogo che verrà associato a noi nella maggior parte dei documenti.
    • Il domicilio invece, nel diritto privato, è il luogo dove la persona ha stabilito la sede principale dei suoi interessi e affari. Interessi che possono essere di natura economica, personale, sociale o politica.

    La residenza fiscale invece si ottiene con due fattori:

    1. Se la persona ha residenza o domicilio in un determinato Paese
    2. E la persona vive nel suddetto Paese per più di 183 giorni

    Se, ad esempio, nel 2022 avete la residenza o il domicilio nel Paese ospitante e vivete lì per più di 183 giorni, allora è lì che dovrete fare la dichiarazione delle tasse.

    Attenzione. Queste informazioni vanno confrontate con le regole della nazione ospitante, che potrebbero essere diverse. Infatti, per gli italiani la situazione è differente: si è residenti fiscalmente in Italia solamente se si ha la propria residenza oppure il domicilio in Italia; gli italiani che si trasferiscono all’estero devono quindi iscriversi all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) per evitare di versare i contributi in due Paesi diversi. Trovate più informazioni sul sito dell’Agenzia dell’Entrate su questo punto.

    Attenzione 2. Per gli italiani è necessario anche prestare particolare attenzione se si ci trasferisce all’estero in uno dei paesi con una fiscalità privilegiata (i cosidetti “paradisi fiscali”). Infatti, chiunque si trasferisca in uno dei questi paesi verrà - in ogni caso - considerato residente fiscalmente in italia.

    Attenzione 3. Esistono tra i vari paesi delle “Convenzioni contro le doppie imposizioni” per evitare che i nostri redditi vengano tassati due volte da due Paesi diversi. Questi accordi possono coinvolgere le imposte sul reddito o sul patrimonio e servono per regolamentare le regole fiscali. Trovate più informazioni su questo argomento in questo articolo di approfondimento.

    In generale è meglio tenere conto dell’aspetto fiscale quando ci si trasferisce all’estero; quindi se state pensando di trasferirvi vi consiglio di informarvi sul sistema fiscale sia del vostro Paese di origine e sia del Paese in cui volete trasferirvi.

    Altre cose da fare

    Dopo l’aspetto fiscale, ci sono altri punti da considerare quando ci si trasferisce. Di solito è molto semplice trovare online una serie di cose da svolgere una volta trasferiti.

    Quando mi sono trasferito io, ho semplicemente cercato “moving to Czech Republic” su Google e ho trovato questo sito ufficiale sulle cose da fare una volta trasferiti sul posto. Tra queste cose obbligatorie - nel mio caso - c’è il presentarsi alla Polizia Estera come cittadino, da cui seguirà poi la registrazione; pena del mancato annucio: una multa di qualche migliaio di corone ceche.

    Purtroppo nessuno ti spiegherà esattamente le cose da fare; per cui bisogna essere proattivi, e cercare di anticipare quanto prima i problemi.

    Quindi ho preparato per aiutarti una serie di altri problemi comuni da affrontare nel caso di un trasferimento, basati sulla mia esperienza:

    • Bisogna reperire la propria cartella clinica, in inglese se possibile, specialmente la parte dedicata ai vaccini svolti fin da bambini. Verrà infatti creata una cartella clinica analoga nel Paese destinazione;
    • Capire la tassazione e i propri guadagni nel Paese ospitante: è più alta o più bassa? Quanto dista il tuo futuro stipendio dallo stipendio medio del Paese? Quanto guadagnerò a livello netto rispetto al lordo?
    • Trovare una banca all’estero. Quasi sicuramente il tuo datore di lavoro ti chiederà di aprire un conto all’estero in cui ti verrà mandato lo stipendio;
    • Gestire i propri investimenti. Dal momento che si cambia Paese, bisogna comunicare allo stato di origine e di destinazione la propria residenza fiscale (spiegata al punto precedente) e i propri investimenti. Infatti, per evitare frodi di qualsiasi tipo ogni stato vuole sapere esattamente quanti soldi hai investito e in quali strumenti. Inoltre, in Italia bisogna pagare ogni anno lo 0.20% di tasse di ciò che si ha investito; quindi è meglio informarsi sulle regole del Paese in cui ci si trasferisce, nel caso esistessero cose simili;
    • Opzionale: iniziare a studiare la lingua del Paese destinazione. Ad esempio in Repubblica Ceca, secondo me, è molto importante conoscere almeno le basi del ceco. Dico questo perché è importante capire qualcosa per non sentirsi completamente spaesati.

    Riguardo alla questione della lingua, vorrei spendere giusto due parole in più: spesso è un punto poco considerato da chi si trasferisce, ma che in realtà può essere determinante per l’integrazione nel Paese destinazione. Conoscere la lingua ti aiuta nei compiti basilari come: ordinare del cibo, capire i segnali stradali in lingua originale, andare alle poste, o banalmente capire il prezzo da pagare quanto ti viene detto alla cassa di un negozio. Senza contare che, come nel caso dell’Italia, in posti comuni come i negozi o i bar spesso e volentieri non si parla inglese, rendendo l’utilizzo della lingua originale qualcosa di necessario.

    Hai mai pensato a come si sente un cittadino straniero che non parla italiano alle poste italiane? Bene, quello potresti essere tu nei prossimi anni… 😃

    In aggiunta, conoscere una lingua in più è spesso considerata una skill notevole e porta con se tanti vantaggi positivi a livello personale. Abitando in un’altra nazione, si ha una grande opportunità per ampliare le nostre capacità allenando anche il nostro cervello. Già questo mi sembra un ottimo punto per iscriversi ad un corso di lingua straniera.

    Racconto infine un piccolo aneddoto poco importante. Ogni tanto gioco a calcetto e sono l’unico straniero. Ovviamente parlano tutti in ceco, e letteralmente io non capisco “una mazza” quando si gioca. 😃

    Solitudine

    Infine, arriviamo all’ultimo punto, che ho chiamato solitudine. Alle volte si può vedere il “trasferirsi all’estero” come qualcosa di entusiasmante: un’avventura che porta solo benefici, e spesso si sottovalutano alcune diffcoltà psicologiche che si possono affrontare durante questo percorso.

    Vorrei però raccontare anche un’altra faccia della medaglia. Quando ti trasferisci, lasci molti amici e familiari. Cambi l’ambiente in cui ti trovi e con lui cambiano le circostanze: ciò che succede nel Paese, il governo, i problemi della città, gli eventi e persino le cose da fare nel tempo libero. Sulla mia pelle ho potuto notare quando siano diverse le abitudini delle persone a Praga rispetto a Milano.

    Direi che è un po' come ricominciare da zero, ma non avrai i tuoi familiari o amici accanto. Si deve quindi contare molto su se stessi e sulle proprie capacità. Ci si deve responsabilizzare molto e darsi da fare. Anche perché i problemi affrontati possono essere completamente nuovi per te; e visto che sicuramente ci saranno, è meglio partire con questa consapevolezza.

    Senza contare che vedrai i tuoi amici e familiari meno frequentemente di prima. E' importante sottolineare di come spesso ci possa sentire soli quando i tuoi familiari si vedano tutti insieme, mentre tu sei all’estero. Rientrare nel paese d’origine, infatti, diventa più complesso: bisogna organizzare i voli, le date, decidere chi vedere quando si rientra a casa e organizzare le ferie più accuratamente. E non sempre è possibile fare tutto questo. Bisogna quindi avere la consapevolezza che si dovrà rinunciare a qualcosa nel periodo in cui si starà all’estero.

    Conclusioni

    Eccoci alle conclusioni. Spero di essere riuscito a darti una panoramica di cosa vuol dire effettivamente trasferirsi all’estero. Se hai ulteriori domande, non esitare a contattarmi. Alla prossima! 😃